\paperw5052 \margr0\margl0 \plain \fs20 \pard\tx456\tx1176\tx1896\tx2616\tx3336\tx4056\tx4776\tx5496\tx6216\tx6936\tx7656\tx8376\tx9096\tx9816\tx10536\tx11256\tx11976\ATXts192\ATXbrdr0 \f1 \fs20 Tula, il cui nome significa ôluogo dove crescono i giunchiö, fu la potente capitale dei \b \cf4 \ATXht33642 Toltechi \b0 \cf0 \ATXht0 e la patria del sovrano divinizzato Quetzalc≤atl. Abitato da indios Otomφ e nomadi Chichimechi provenienti da
nord, il sito viene raggiunto intorno allÆVIII sec.d.C. dai Nonoalchi, una popolazione che veniva dalla Costa del Golfo e che fond≥ il primo insediamento urbano, conosciuto oggi come ôTula Chicoö, la ôpiccola Tulaö. Il nome ôToltecaö, che significa ômaes
tri costruttoriö, venne dato loro dagli Aztechi, grandi ammiratori di quella civiltα, della quale essi stessi - cos∞ affermavano - erano i discendenti.\par
In effetti i Toltechi avevano creato unÆarchitettura vigorosa con possenti piattaforme e templi,
colonne serpentiformi, pilastri istoriati e statue di guerrieri simili ad ôatlantiö, alte quasi cinque metri, che sorreggevano il tetto del ôTempio della Stella del Mattinoö, dedicato a Quetzalc≤atl, fondatore della Grande Tula nellÆanno 968. Popolo guer
riero, i Toltechi ornarono i loro edifici con figure di giaguari e aquile, posero nei templi le statue dei Chac-Mool e iniziarono i sacrifici umani su vasta scala: tutti elementi lasciati in ereditα agli Aztechi. Lotte intestine tra i vari gruppi di pote
re portarono al crollo di Tula: nel 1125 un violento incendio devast≥ la cittα e la popolazione fu costretta a fuggire verso sud, fino a \b \cf4 \ATXht261 ChichΘn Itzß\b0 \cf0 \ATXht0 nello \b \cf4 \ATXht3341 Yucatßn\b0 \cf0 \ATXht0 .\par
Nei secoli se
guenti nessuno riusc∞ ad individuare la capitale dei Toltechi descritta nelle cronache azteche e quando, alla fine dellÆOttocento, lo studioso DΘsirΘ Charnay esplor≥ le rovine, sembr≥ una scoperta senza importanza. Soltanto nel 1938 Tula venne riscoperta
da Wigberto JimΘnez Moreno e poi scavata sistematicamente sotto la direzione dellÆarcheologo messicano Jorge Acosta.\par